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David Larible – Consigli a un giovane clown

In viaggio con il naso rosso recensione di  Maria Vittoria Vittori

Dal numero di aprile 2016

Consigli a un giovane clown. Larible Locuratolo Serena


Poche figure sono così immediatamente presenti, nell’immaginario collettivo, come quella del clown. Eppure, in questa sua universale, radicata e sempre disponibile presenza, il clown è artista di grande complessità, come attesta senza ombra di dubbio il libro che Massimo Locuratolo e Alessandro Serena, tra i più importanti esperti in materia di circo, comicità e clownerie, hanno composto prendendo come riferimento David Larible, “il clown dei clown”. Ecco dunque, in prima battuta, il tratto originale di questo saggio (arricchito peraltro da magnifiche immagini e illustrazioni, molte delle quali provenienti dall’archivio Cedac): assumere il clown non solo come oggetto di interesse e di studio, ma anche come compagno di viaggio e di narrazione. Attraverso il tracciato esperienziale e artistico di Larible è possibile valutare e raccontare secondo una diversa prospettiva la portata di quella ricchissima tradizione di arte comica e clownesca che, a partire dalla piazza della Commedia dell’Arte, si è poi riversata, con le più sorprendenti trasformazioni, nella pista del circo, sul set cinematografico, sul palco teatrale.
Ma esaminiamolo più da vicino, quest’artista pluripremiato che ha scelto come divisa da clown un sobrio, per quanto abbondante, completo a quadrettini bianchi e neri e il berretto del Monello chapliniano: la sua carta d’identità lo dichiara nato nel 1957 a Verona, ma con origini francesi, dovute al nonno paterno, e prettamente circensi, poiché il padre, Eugenio, si è formato all’interno del circo Travaglia mentre la madre, Lucina, proviene dal circo Casartelli. E dunque David è uno che il mestiere l’ha imparato a pranzo, come recita il titolo di uno dei capitoli del libro, ovvero in quella “quotidianità pedagogica” che rende gli artisti circensi così duttili e versatili nella pratica di molteplici discipline.

Ecco dunque il tratto originale di questo saggio: assumere il clown non solo come oggetto di interesse e di studio, ma anche come compagno di viaggio e di narrazione.

Precoce la sua vocazione artistica: ha solo otto anni quando decide di voler diventare clown; siamo nella metà degli anni sessanta, periodo in cui – come ricordano gli autori – l’arte clownesca, dopo i fasti del passato e le innumerevoli celebrazioni letterarie, artistiche e cinematografiche, sembra entrare in un cono d’ombra. Ma il viaggio di questo clown capace di riaccendere di colpo i riflettori dell’attenzione internazionale è appena iniziato e per compierlo Larible si affida non solo alle preziose indicazioni che gli arrivano dalla tradizione – familiare e collettiva – ma anche e soprattutto alle esperienze di lavoro. Tra tutte, s’impongono due: la prima comprende i dodici anni trascorsi presso il rutilante Ringling Bros. and Barnum & Bailey, ambiente di lavoro che prevede una spettacolarità immediatamente fruibile e dove David, ampliando incessantemente il proprio repertorio, conquista il ruolo di grande star con una risonanza mediatica inimmaginabile da noi. La seconda esperienza fondamentale si svolge all’interno del circo Roncalli, interamente imperniato su un progetto filologico, “il circo del c’era una volta”, come lo definiscono gli autori. È qui che David affina e rimodella il suo repertorio trasformandolo, attraverso un’infallibile gestione dei tempi comici e un progetto di regia che tiene insieme numeri e gag, in chiave teatrale.

da lindiceonline.com